Vittoria di Trump e bitcoin: un legame inaspettato. La possibilità di una vittoria di Donald Trump alle prossime elezioni presidenziali statunitensi del 5 novembre ha sollevato interrogativi riguardo all’impatto che ciò potrebbe avere sul mercato del bitcoin. Diverse analisi suggeriscono che un simile evento potrebbe non solo influenzare l’andamento delle criptovalute, ma anche contribuire a una serie di dinamiche economiche più ampie, caratterizzate da un aumento dei tassi di interesse e da politiche economiche aggressive.
L’aumento dei tassi di interesse negli Stati Uniti
Negli ultimi mesi, il tasso di interesse a dieci anni negli Stati Uniti ha mostrato una sorprendente crescita, raggiungendo il 4,30%, dopo essere sceso a 3,65% in seguito alle manovre della Federal Reserve. Questo aumento delle tasse di interesse coincide con un contesto elettorale che ha suscitato incertezze nei mercati finanziari. La crescita della debolezza economica e l’instabilità politica, insieme a un debito complessivo che supera i 68 trilioni di dollari, hanno creato un clima di sfiducia tra gli investitori.
Le attuali tasse di interesse ipotecarie a 30 anni si attestano intorno al 7%, e i tassi delle multinazionali si avvicinano al 5%. Questo porta a una media annuale del 6% che gli americani devono pagare sugli importi in circolazione. Tali tassi, elevati e crescenti, indicano che le banche non sono convinte che l’inflazione sia effettivamente sotto controllo. I prestatori, infatti, sono disposti a offrire finanziamenti solo a tassi superiori all’inflazione, attualmente ufficialmente fissata al 2,4%.
Questa situazione è amplificata dall’incertezza economica dovuta all’avvicinarsi delle elezioni. Le elezioni presidenziali non sono solo un evento politico, ma hanno anche un impatto diretto sull’economia, con l’opinione pubblica che sembra favorire un ritorno del candidato repubblicano.
Le politiche commerciali di Trump e l’inflazione
Se Donald Trump dovesse vincere le elezioni, le sue politiche economiche, incentrate su alti dazi doganali e tariffe su importazioni strategiche, potrebbero spingere verso un aumento dell’inflazione. Trump ha proposto un’imposta universale del 20% e un’imposta del 60% sulle importazioni cinesi. Questi dazi, se attuati, potrebbero interrompere il processo di disinflazione attualmente in atto, costringendo la Federal Reserve a rivedere le sue politiche monetarie.
Il direttore dell’Institute of International Finance, Tim Adams, ha avvertito che l’ipotesi è che l’inflazione e i tassi di interesse saranno più elevati in assenza di tali misure. Secondo Trump, i dazi incentiverebbero le aziende a stabilire stabilimenti negli Stati Uniti per evitare costi aggiuntivi. Tuttavia, la verità è che queste politiche, nel breve periodo, sarebbero sicuramente inflazionarie. Gli Stati Uniti, in quanto maggiori importatori mondiali, potrebbero quindi affrontare un notevole incremento dei prezzi.
La questione della Quantitative Easing
Un altro aspetto da considerare è il potenziale ricorso a una nuova espansione quantitativa (QE). La QE è una misura attraverso cui le banche centrali creano nuova moneta per acquistare obbligazioni statali, aumentando così la liquidità nel sistema. Tuttavia, la possibilità di una nuova QE è tornata alla ribalta, con alcuni esperti che avvertono che le banche centrali potrebbero dover considerare questa opzione in caso di recessione. Se gli Stati Uniti dovessero adottare politiche di QE, ciò allevierebbe le finanze pubbliche, poiché gli interessi sui titoli acquistati tornerebbero al governo.
La questione è rilevante, considerando che gli interessi sulla debito pubblico rappresentano circa il 18% delle entrate fiscali statunitensi. In questo contesto, alcune voci, tra cui quella di Elon Musk, hanno suggerito che il governo dovrebbe ridurre drasticamente la spesa pubblica per affrontare il deficit.
Il bitcoin come risorsa strategica
Una vittoria di Trump potrebbe anche avere ripercussioni significative per il mercato delle criptovalute, in particolare per il bitcoin. Trump ha espresso l’intenzione di creare una “riserva strategica di bitcoin“, proponendo di non vendere i 200.000 BTC attualmente in possesso del governo statunitense. Inoltre, ci sono voci che alcuni senatori repubblicani stiano preparando un disegno di legge per autorizzare l’acquisto di un milione di bitcoin. Se tali misure dovessero materializzarsi, gli effetti sul mercato delle criptovalute potrebbero essere profondi e duraturi.
L’idea di un governo statunitense che accumula bitcoin potrebbe incentivare altri paesi a seguire l’esempio, specialmente quelli del gruppo BRICS, che stanno esplorando la possibilità di utilizzare le loro valute nazionali come alternative al dollaro. Questo potrebbe rappresentare un cambiamento radicale nel panorama finanziario globale, suggerendo che una nuova era di adozione del bitcoin come riserva di valore potrebbe essere alle porte.
La combinazione di un’inflazione crescente e una maggiore liquidità generata da potenziali politiche di QE potrebbe quindi giovare significativamente al bitcoin, spingendo gli investitori a considerare le criptovalute come una valida alternativa di investimento.
In sintesi, una vittoria di Trump potrebbe influenzare non solo le politiche economiche americane, ma anche il futuro delle criptovalute. Le dinamiche geopolitiche, le politiche commerciali e il panorama finanziario globale potrebbero tutte essere profondamente impattate da un ritorno al potere dell’ex presidente, rendendo il bitcoin un asset da tenere sotto osservazione.