Sequestro Autovelox Illegali: Il Caso T-Exspeed v 2.0. Frode e Conseguenze Legali

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Negli ultimi giorni, l’Italia è stata scossa da una serie di sequestri di autovelox, disposti in tutto il paese nell’ambito di un’inchiesta condotta dalla Procura di Cosenza. L’operazione ha portato alla luce gravi irregolarità riguardanti la legittimità degli strumenti utilizzati per il rilevamento delle violazioni della velocità, in particolare i dispositivi denominati T-Exspeed v 2.0. Questi apparati, non omologati e privi dei requisiti necessari, hanno sollevato preoccupazioni circa la validità delle sanzioni emesse.

La vicenda ha assunto una rilevanza tale da coinvolgere anche il governo. Matteo Salvini, Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, ha dichiarato di essere al lavoro per risolvere una situazione che ha creato un clima di caos e confusione tra automobilisti e amministrazioni locali. La priorità dichiarata è la salvaguardia degli utenti della strada, con l’intento di riportare ordine e legalità nel sistema delle sanzioni per infrazioni stradali.

L’Inchiesta e le Irregolarità degli Autovelox

Il sequestro degli autovelox T-Exspeed v 2.0 è stato disposto dopo che le indagini della Procura di Cosenza hanno accertato la loro non conformità alle normative vigenti. Questi dispositivi, utilizzati per misurare la velocità dei veicoli e emettere sanzioni per le infrazioni, si sono rivelati non omologati e carenti dei requisiti tecnici necessari per garantire la loro accuratezza e affidabilità.

Il legale rappresentante della società appaltatrice, che aveva fornito gli autovelox alle amministrazioni locali, è stato denunciato per frode nella pubblica fornitura. La denuncia è il risultato di un’inchiesta approfondita che ha messo in luce come la società abbia fornito apparecchiature non conformi alle normative, con conseguenti violazioni della legge e potenziali danni agli automobilisti.

Le indagini hanno evidenziato che le sanzioni emesse tramite questi autovelox erano basate su dispositivi che non rispettavano i criteri di omologazione previsti dalla legge. Questo ha sollevato dubbi sulla validità delle multe e sulla correttezza dei processi di accertamento delle infrazioni.

Le Reazioni e le Conseguenze per gli Automobilisti

Il Codacons, noto organismo di tutela dei diritti dei consumatori, ha rilasciato una dichiarazione in merito alla situazione. L’organizzazione ha sottolineato che le multe elevate da apparecchi autovelox non a norma possono essere contestate, purché la sanzione non sia stata già pagata. Questo significa che gli automobilisti che hanno ricevuto multe da questi autovelox possono ancora presentare ricorso, a condizione che non abbiano già saldato la sanzione.

La legge stabilisce specifici criteri e tempi per impugnare le sanzioni. Gli automobilisti hanno 60 giorni dalla data di contestazione o notifica della violazione per presentare un ricorso al Prefetto, un’opzione gratuita che, però, comporta il pagamento del doppio della sanzione se l’istanza viene respinta. Alternativamente, è possibile ricorrere al giudice di pace entro 30 giorni, ma in questo caso è necessario pagare un contributo unificato.

Per le multe già pagate o quelle per cui i termini di ricorso sono scaduti, non è possibile proporre alcuna contestazione. Tuttavia, per le sanzioni ancora in fase di contestazione, è fondamentale verificare l’omologazione del dispositivo autovelox che ha accertato la violazione. Questo può essere fatto presentando un’istanza d’accesso presso il comune dove l’apparecchio è installato e analizzando le specifiche tecniche dell’autovelox.

La Posizione del Governo e i Prossimi Passi

In risposta alla situazione di caos generata dai sequestri degli autovelox, il Ministro dei Trasporti Matteo Salvini ha promesso di prendere misure concrete per ripristinare ordine e legalità nel sistema delle sanzioni stradali. Salvini ha sottolineato l’importanza di garantire la sicurezza stradale e la correttezza degli strumenti utilizzati per il rilevamento delle infrazioni.

Il governo è impegnato a verificare la conformità degli autovelox attualmente in uso e a garantire che tutte le apparecchiature siano adeguatamente omologate e conformi alle normative. Questo intervento mira a prevenire ulteriori irregolarità e a ristabilire la fiducia degli automobilisti nei processi di accertamento delle violazioni.

Conclusioni: Verso un Sistema di Sanzioni più Trasparente

La recente raffica di sequestri di autovelox illegali ha messo in luce importanti lacune nel sistema di rilevamento delle infrazioni stradali in Italia. La questione solleva interrogativi sulla validità delle multe emesse e sulle pratiche delle società fornitrici di apparecchiature per il controllo della velocità.

Il Codacons ha messo in evidenza la possibilità per gli automobilisti di contestare le sanzioni se le multe sono state emesse da dispositivi non omologati, purché non siano state già pagate. Questo apre un importante dibattito sulla trasparenza e la legalità nel sistema delle sanzioni stradali.

Il governo, con l’intervento del Ministro Salvini, si sta adoperando per risolvere la situazione e garantire che tutte le apparecchiature utilizzate per il rilevamento delle infrazioni siano conformi alle normative. L’obiettivo è ripristinare la legalità e la correttezza nel sistema delle multe, assicurando così una maggiore protezione per gli utenti della strada e prevenendo futuri conflitti legali.

Insomma, è fondamentale che le amministrazioni locali e le aziende fornitrici di apparecchiature per il controllo della velocità agiscano nel pieno rispetto della legge e delle normative, al fine di garantire un sistema di sanzioni stradali equo e trasparente. Solo con un impegno condiviso per la legalità sarà possibile evitare ulteriori problematiche e ripristinare la fiducia degli automobilisti nel sistema di rilevamento delle infrazioni.