Paralizzato torna a camminare grazie al pensiero usando un esoscheletro

Un uomo completamente paralizzato, a causa di una caduta da 15 metri di altezza avvenuta 4 anni fa, torna a camminare e a muovere le braccia, sorretto da un esoscheletro che il giovane, 30 anni, controlla col pensiero. È il traguardo reso noto sulla...




Paralizzato torna a camminare grazie al pensiero usando un esoscheletro.

Un uomo completamente paralizzato, a causa di una caduta da 15 metri di altezza avvenuta 4 anni fa, torna a camminare e a muovere le braccia, sorretto da un esoscheletro che il giovane, 30 anni, controlla col pensiero.

È il traguardo reso noto sulla rivista Lancet Neurology e messo a segno presso l’Université Grenoble Alpes in Francia. Si tratta di un risultato ancora preliminare perché l’esoscheletro è sorretto a sua volta in alto, quindi l’uomo non è libero di andare dove vuole.

Ma una volta risolti i problemi di bilanciamento gli scienziati francesi sperano di poter ‘liberare’ l’esoscheletro dal suo supporto superiore.

Il lavoro è stato lungo

In primis il giovane è stato sottoposto a una serie di risonanze per mappare le aree del suo cervello che si attivano quando l’uomo immagina di camminare e muovere le braccia. Queste aree sono poi state tappezzate superficialmente da ‘elettrodi’ che formano dei ‘sensori’ necessari per convogliare i ‘pensieri’ dell’uomo all’esoscheletro.

Il paziente ha prima imparato a comandare il proprio avatar col pensiero; solo successivamente gli impulsi elettrici del suo cervello sono stati ‘raccolti’ e usati per muovere l’esoscheletro. “Avevo dimenticato di essere più alto della maggior parte delle persone intorno a me. Mi sono sentito come il primo uomo sulla luna” – ha dichiarato il paziente.

“Non camminavo più da anni. Avevo dimenticato di essere più alto della maggior parte delle persone intorno a me. È stato davvero impressionante“.

Il sistema funziona ancora dopo 27 mesi, il che è di per sé un gran successo perché significa che gli elettrodi che servono per raccogliere gli impulsi cerebrali del paziente continuano a funzionare bene a distanza di tempo (in precedenti esperimenti svolti da altri gruppi di ricerca gli elettrodi – impiantati troppo in profondità – smettevano di funzionare e potevano andare incontro a effetti avversi provocando infezioni, problema ovviato in questo studio in cui i sensori sono stati piazzati più superficialmente).

L’obiettivo è ora ripetere l’esperimento su altri pazienti e perfezionare l’esoscheletro, concludono gli esperti francesi. Per Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” i risultati di questo traguardo raggiunto dall’Université Grenoble Alpes in Francia, aprono uno scenario del tutto nuovo per le persone paralizzate.



Scritto da: · Data aggiornamento: 5 Ottobre 2019

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