Arabia Saudita, nota per la sua influenza sul mercato petrolifero, sta valutando la firma di un trattato di sicurezza con gli Stati Uniti, mirato a influenzare la risoluzione del conflitto attuale tra Israele e Gaza. Questo accordo è al centro del dibattito mentre il paese del Golfo si inserisce anche nella corsa alla desdolarizzazione, un’iniziativa spinta dalla Cina.
Recentemente, le autorità saudite hanno deciso di partecipare alle prove per i pagamenti transfrontalieri con le monete digitali delle banche centrali (CBDC), promosse sin dal 2021 dalla Banca dei Regolamenti Internazionali (BRI). Si tratta del progetto mBridge, guidato dalla Cina insieme a Hong Kong, Tailandia ed Emirati Arabi Uniti. Questa iniziativa, ora nella fase di prove di valore reale, rappresenta un passo avanti nella riduzione dell’uso del dollaro americano nel commercio globale.
La decisione del governo saudita di unirsi alla corsa internazionale delle CBDC apre la strada per un utilizzo meno frequente del dollaro americano nei pagamenti transfrontalieri. Questo offre a Riyadh una maggiore libertà nel commercio del petrolio e di altri beni utilizzando valute alternative come lo yuan cinese, l’euro, lo yen e le monete digitali di altre banche, inclusi potenzialmente le criptovalute.
L’adesione dell’Arabia Saudita al progetto mBridge, guidato dalla Cina, segna un importante precedente nell’arena finanziaria globale.
Questa evoluzione avviene in un contesto in cui è in discussione la continuazione dell’accordo tra Arabia Saudita e Stati Uniti, noto come “sistema del petrodollaro”, nato nel 1974. Questo accordo ha a lungo regolato le relazioni commerciali tra i due paesi, ma ora è a rischio.
Le vendite di petrolio saudite agli Stati Uniti sono diminuite negli ultimi anni, mentre sono in costante aumento le vendite di petrolio all’altro gigante asiatico, la Cina. La crescente partecipazione di Arabia Saudita e Cina all’Organizzazione di Cooperazione di Shanghai (SCO) indica una spinta verso la diversificazione delle relazioni commerciali e geopolitiche, riducendo così la dipendenza dal dollaro.
Mentre il governo saudita ha finora osteggiato l’uso di bitcoin (BTC) e altre criptovalute, un cambiamento nelle valute utilizzate nel commercio internazionale del petrolio potrebbe aprire la strada a una maggiore adozione della moneta creata da Satoshi Nakamoto.
La prospettiva di una riduzione delle transazioni con il petrodollaro a livello mondiale, accelerando la desdolarizzazione, potrebbe indirettamente favorire il Bitcoin. La possibile instabilità economica degli Stati Uniti potrebbe portare a una maggiore inflazione e a una crescente fiducia nelle criptovalute decentralizzate come bitcoin, come una forma di sicurezza finanziaria alternativa.
In conclusione, l’evoluzione delle dinamiche geopolitiche ed economiche tra Arabia Saudita, Stati Uniti, Cina e altre potenze globali potrebbe avere un impatto significativo sul futuro del sistema finanziario internazionale e sull’adozione delle criptovalute come bitcoin.
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