
Perché in Italia tutti questi posti di lavoro restano vacanti: mancano tantissimi operari specializzati di diversi campi.
In Italia cresce la domanda di operai specializzati, una richiesta che si scontra però con una forte carenza di figure professionali qualificate nel mercato del lavoro nazionale.
Questo fenomeno interessa molteplici settori produttivi e rappresenta una sfida importante per le imprese, ma anche un’opportunità significativa per chi è in cerca di occupazione nel comparto tecnico e manuale.
La carenza di operai specializzati: un problema strutturale
Secondo un’analisi recente dell’Ufficio studi della Cgia di Mestre, basata sui dati di Unioncamere-Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e sul Sistema Informativo Excelsior, oltre il 63% delle imprese italiane che cercano operai specializzati dichiarano difficoltà rilevanti nel reperire queste figure professionali. Quando riescono a trovare candidati idonei, il processo di selezione si allunga mediamente a quasi cinque mesi, una tempistica che risulta particolarmente gravosa e non riscontrata in altri settori professionali tecnici o amministrativi. Questo squilibrio tra richiesta e offerta riguarda soprattutto mestieri tecnici e manuali, oggi sempre più rari nel tessuto produttivo italiano.
La mancanza di personale qualificato si presenta con maggiore intensità in alcune aree geografiche e in specifici comparti industriali, compromettendo la capacità produttiva di molte imprese. Nel 2024, su un totale di circa 5,5 milioni di nuovi ingressi nel mercato del lavoro, circa 840mila hanno riguardato operai specializzati, pari al 15% delle assunzioni previste. Le aziende più attive nella ricerca di queste figure sono principalmente quelle operanti nei settori dell’edilizia e del manifatturiero, in particolare nelle industrie metalmeccaniche, nel tessile-abbigliamento-calzature e nel comparto del legno.
Nella filiera del legno, ad esempio, rimangono spesso vacanti posizioni come verniciatori, ebanisti, restauratori di mobili antichi e filettatori attrezzisti. Nel tessile e abbigliamento la domanda è alta per modellisti, confezionisti e stampatori, mentre nel settore calzaturiero si cercano costantemente tagliatori, orlatori, rifinitori e cucitori. Nel comparto metalmeccanico, la carenza interessa mestieri altamente specializzati quali:
- tornitori
- fresatori
- saldatori certificati
- operatori di macchine a controllo numerico computerizzato
- tecnici di montaggio per assemblaggio di componenti complessi

Nel settore delle costruzioni, invece, le figure più richieste sono:
- carpentieri
- ponteggiatori
- cartongessisti
- stuccatori
- pavimentatori/piastrellisti
- palchettisti
- gruisti e escavatoristi
Questi lavoratori rappresentano il cuore pulsante delle attività produttive ma sono sempre più difficili da reclutare, a causa di una combinazione di fattori demografici, culturali e formativi che limitano la disponibilità di personale adeguatamente formato. Le stime sull’andamento del mercato del lavoro tra agosto e ottobre 2025 indicano che le imprese italiane prevedono circa 1,4 milioni di assunzioni, con una concentrazione significativa nelle aree metropolitane di Milano e Roma, dove si stimano rispettivamente 115.280 e 114.200 nuovi ingressi. Seguono Napoli (60.290), Torino (42.530), Bari (42.060) e Brescia (31.930).
Tuttavia, le regioni dove la carenza di operai specializzati è più critica sono quelle del Nordest e il Trentino Alto-Adige. Nelle province di Trento e Bolzano, ad esempio, il 56,5% delle imprese ha segnalato difficoltà nel trovare le figure professionali richieste. Situazioni analoghe si riscontrano in Friuli Venezia Giulia (55,3%), Umbria (55%), Valle d’Aosta (54,5%) e Veneto (51,5%).