G7, Rebellion of One in Italia e nel mondo per denunciare l’inazione dei governi

Extinction Rebellion in disobbedienza civile nel mondo per denunciare l’inazione dei governi del G7 di fronte alla crisi climatica ed ecologica.




G7, Rebellion of One in Italia e nel mondo per denunciare l'inazione dei governi

Extinction Rebellion (XR) compie azioni di disobbedienza civile nonviolenta concertate a livello internazionale per dire basta all’immobilismo dei Governi: il pianeta è al collasso climatico e ecologico, la sesta estinzione di massa è in corso, false soluzioni non sono più consentite. Bisogna agire ora.

Gli attivisti e le attiviste di XR scelgono Rebellion of One (RO1) per comunicare il proprio dissenso verso una politica imbrigliata da interessi economici e di potere: soli, nonviolenti, in silenzio, seduti in mezzo a una carreggiata, con cartelli davanti e dietro che esprimono il terrore provato verso la gravità della crisi climatica ed ecologica e la consapevolezza circa l’assenza di misure urgenti e necessarie per affrontarla.

Ieri a Bologna un attivista impegnato in un’azione di Rebellion of One è stato portato via di peso dalle forze dell’ordine mentre esercitava resistenza passiva ed è stato denunciato per turbativa al servizio pubblico.

Domani RO1 sarà per le strade di Torino, Firenze, Padova, Vicenza e Trieste.

Le azioni in Italia continueranno per tutto il mese di giugno anche in altre città.

Dal 1° giugno, la “Ribellione del G7” ha preso il via in diversi paesi del mondo per culminare con 3 giorni di proteste in Cornovaglia dove si tiene il vertice del G7, da oggi al 13 giugno: oltre all’Italia, attivi Belgio, Repubblica Ceca, Polonia, Francia, Olanda, Irlanda, Germania, Regno Unito, Repubblica Democratica del Congo e tanti altri paesi, uniti per denunciare la cecità di una politica primitiva che non vuole affrontare la crisi climatica ed ecologica con scelte politico-economiche antisistemiche, coraggiose e necessarie.

Dall’inizio della pandemia, nonostante gli impegni presi, i governi del G7 hanno dirottato oltre 189 miliardi di dollari di fondi pubblici nel sostegno al carbone, al petrolio e al gas. Nella maggior parte dei casi il denaro fornito alle industrie è stato concesso senza condizioni che vincolino le aziende a ridurre le proprie emissioni climalteranti. Sulla base delle politiche attuali, le temperature globali rischiano di aumentare di 2,6 °C entro il 2050. In questo scenario, i paesi del G7 perderebbero circa l’8,5% del PIL all’anno, l’equivalente di quasi due pandemie da Covid-19 ogni sei mesi [Report Oxfam & Swiss Re Institute].

Ogni giorno, l’umanità intera è testimone del peggioramento delle conseguenze della crisi climatica ed ecologica in tutto il mondo: i raccolti agricoli vanno perduti, inondazioni e incendi inghiottono città e villaggi, le persone affrontano un futuro sempre più incerto.

Le nazioni del G7 sono le più inquinanti al mondo: rappresentano un decimo della popolazione mondiale ma sono responsabili di quasi un quarto delle emissioni di CO2.

Le scelte che verranno discusse in questi giorni dai paesi del G7 saranno cruciali nel garantire una transizione verso un futuro sicuro per tutte le popolazioni del pianeta. Un catastrofico aumento della temperatura globale che metterà a rischio milioni di vite, l’economia mondiale e il mondo per come lo conosciamo. Questa consapevolezza risulta essere la grande assente del vertice.

Ribellarsi è fondamentale e urgente.

Con Amore e Rabbia,

Extinction Rebellion Italia



Scritto da: · Data aggiornamento: 11 Giugno 2021

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