I dazi di Trump sull’automotive: un duro colpo per l’industria globale e per i consumatori italiani
Il settore dell’automotive è destinato a subire gravi conseguenze a seguito dei dazi imposti dall’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump, che stanno pesando in maniera significativa sull’intera industria automobilistica mondiale. Oltre alla già gravosa tassa del 25% applicata sui veicoli importati negli Stati Uniti dallo scorso 3 aprile, il 3 maggio entreranno in vigore nuovi dazi del 25% anche sulla componentistica auto importata dall’estero. Queste misure, destinate a influenzare l’intera filiera automobilistica, rischiano di provocare un aumento dei prezzi che si rifletterà direttamente sui consumatori italiani, con rincari sui veicoli e sui ricambi auto.
L’introduzione dei dazi su tutta la componentistica auto, che includerà numerosi pezzi cruciali come motori, pneumatici, batterie, trasmissioni, e ammortizzatori, avrà un impatto devastante sull’industria automobilistica globale. Federcarrozzieri, l’associazione delle autocarrozzerie italiane, ha definito queste misure come un “colpo fatale” per l’intero comparto. Infatti, nonostante alcune vetture vengano prodotte e assemblate negli Stati Uniti, più del 50% dei loro componenti proviene dall’estero, in particolare da paesi come l’Europa, la Corea e la Cina. Questi componenti, ora soggetti ai nuovi dazi, faranno lievitare il prezzo finale dei veicoli, anche per quelli prodotti interamente negli Stati Uniti.
Nel 2024, il valore complessivo delle importazioni di componentistica auto negli Stati Uniti ha raggiunto i 138,5 miliardi di dollari, con l’Italia che ha contribuito con 805 milioni di euro in parti meccaniche, inclusi 213 milioni di euro in motori e 127 milioni di euro in pneumatici. Le esportazioni italiane di parti elettriche hanno superato i 110 milioni di euro, a dimostrazione di quanto l’industria automobilistica italiana sia integrata nel mercato globale delle componenti auto.
L’impatto diretto sui consumatori sarà considerevole. Le case automobilistiche di tutto il mondo e i produttori di componenti subiranno enormi perdite economiche, con una stima che parla di mancati profitti per miliardi di euro. Come risultato, è previsto un incremento dei prezzi di mercato per i veicoli nuovi, ma anche per i pezzi di ricambio. Federcarrozzieri avverte che a causa di questa politica commerciale protezionistica degli Stati Uniti, i listini auto potrebbero salire anche di 2.500-3.000 euro rispetto ai livelli attuali.
Il presidente di Federcarrozzieri, Davide Galli, ha dichiarato che questi dazi rischiano di provocare una vera e propria impennata dei prezzi a livello globale, che avrà effetti devastanti non solo per l’industria, ma anche per i consumatori, che si troveranno a fare i conti con rincari che renderanno i veicoli e i relativi ricambi meno accessibili.
Con l’ingresso in vigore di queste nuove politiche commerciali, la filiera dell’automotive mondiale sarà messa a dura prova, con una stretta sui margini di profitto per i produttori e una traslazione dei costi sui consumatori. Questo scenario potrebbe portare a un cambiamento significativo nel panorama automobilistico internazionale, con un’ulteriore accentuazione della concorrenza tra i produttori e l’adozione di nuove strategie per contrastare gli effetti dei dazi imposti dagli Stati Uniti.
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