Citroën, airbag difettosi: PSA Italia perde in Appello

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Airbag difettosi Citroën: la Corte d’Appello di Torino dà ragione ai consumatori e respinge il ricorso di PSA Italia

Confermata la sentenza del Tribunale di Torino a tutela di oltre 190.000 automobilisti italiani

La Corte d’Appello di Torino, Sezione specializzata in materia di impresa, ha respinto integralmente il ricorso presentato da PSA Italia contro la sentenza del Tribunale civile del capoluogo piemontese. Al centro del contenzioso, la campagna di richiamo per airbag difettosi montati su circa 190.000 veicoli Citroën C3 e DS3, prodotti tra il 2009 e il 2019.

L’iniziativa giudiziaria, promossa da Codacons, Adusbef e Associazione Utenti dei Servizi Radiotelevisivi, si è conclusa con una nuova, pesante sconfitta per il gruppo automobilistico, obbligato a rispettare una serie di misure a tutela dei consumatori italiani.

PSA Italia condannata per condotta omissiva: cosa prevede la sentenza

Secondo quanto stabilito dal Tribunale e ora confermato dalla Corte d’Appello, Groupe PSA Italia S.p.A. dovrà porre fine a ogni condotta omissiva che abbia causato danni ai propri clienti. In particolare, dovrà:

  • Informare i proprietari dei veicoli coinvolti della necessità di interrompere la guida fino alla sostituzione dell’airbag;
  • Avviare e facilitare le procedure di check-in online o telefonico per accedere al servizio di sostituzione;
  • Pubblicare annunci su testate giornalistiche nazionali per divulgare la campagna di richiamo;
  • Completare entro il 31 gennaio 2025 la sostituzione degli airbag su almeno 127.036 veicoli che avevano eseguito il check-in entro il 23 settembre 2024;
  • Fornire informazioni chiare e accessibili sulla possibilità di richiedere un veicolo sostitutivo gratuito o, in alternativa, voucher di car-sharing dove il servizio è disponibile.

Airbag Citroën: responsabilità confermata anche per il distributore

Una delle principali argomentazioni di PSA Italia è stata la presunta assenza di responsabilità diretta, in quanto distributore e non produttore delle vetture (realizzate da Citroën S.A., anch’essa parte del gruppo Stellantis). Tuttavia, la Corte ha ritenuto irrilevante questa distinzione, affermando che:

“Il distributore risponde comunque ai sensi dell’articolo 1703 del Codice Civile, anche in assenza di un contratto di vendita diretto con l’utente finale.”

La sentenza chiarisce che, nel contesto di una campagna di richiamo per difetti gravi, il distributore è tenuto a garantire che tutte le attività previste dalla normativa siano svolte tempestivamente e in modo efficace, indipendentemente dal suo ruolo formale nella catena di produzione.

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Airbag difettosi noti dal 2020: cinque anni di ritardi inaccettabili

La Corte sottolinea come la difettosità degli airbag fosse documentata sin dal 2020, eppure dopo cinque anni, la campagna di richiamo non è stata completata. Questo ritardo è stato giudicato “inaccettabile” e indicativo di una grave inadempienza da parte di PSA Italia.

Gravi carenze nella fornitura delle auto sostitutive

Altro punto critico evidenziato dalla Corte riguarda la mancanza di veicoli di cortesia per gli automobilisti coinvolti. Dei circa 15.800 utenti che avevano fatto richiesta, ben 1.700 sono rimasti senza veicolo sostitutivo, una situazione che la Corte ha definito “pericolosa” considerando la gravità del problema.

Il fatto che solo il 12,5% degli aventi diritto abbia richiesto un’auto sostitutiva è stato interpretato come un sintomo di scarsa informazione da parte dell’azienda sulle possibilità di supporto offerte.

Airbag Citroën e sicurezza stradale: un precedente giuridico importante

Questa vicenda rappresenta un precedente significativo per la tutela dei consumatori italiani nel settore automobilistico. L’intervento delle associazioni dei consumatori ha avuto un ruolo determinante nell’obbligare un grande gruppo industriale a rispettare standard minimi di sicurezza stradale e trasparenza informativa.

Le parole delle associazioni: “Una vittoria per i diritti dei cittadini”

In una nota congiunta, Codacons, Adusbef e Associazione Utenti dei Servizi Radiotelevisivi hanno espresso soddisfazione per la sentenza, dichiarando:

“La Corte d’Appello di Torino ha sconfessato su tutta la linea la difesa di PSA Italia, confermando pienamente le ragioni dei consumatori. Ora la società dovrà attuare le misure imposte dal Tribunale senza ulteriori ritardi.”

Cosa devono fare i proprietari di Citroën C3 e DS3 coinvolti

I proprietari delle Citroën C3 e DS3 prodotte tra il 2009 e il 2019 devono:

  • Verificare se il proprio veicolo rientra nella campagna di richiamo;
  • Contattare i canali ufficiali PSA Italia per eseguire il check-in;
  • Richiedere, se necessario, un veicolo sostitutivo gratuito o un voucher di car-sharing;
  • Seguire costantemente gli aggiornamenti pubblicati sui siti ufficiali e tramite le comunicazioni delle associazioni dei consumatori.