Cina leader nei brevetti IA con il 69,7% su scala globale

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La Cina detiene il 69,7% dei brevetti globali sull’Intelligenza Artificiale: il sorpasso tecnologico evidenziato dall’AI Index Report 2025

La Cina è oggi la principale detentrice di brevetti sull’Intelligenza Artificiale a livello mondiale, secondo quanto emerge dall’AI Index Report 2025 redatto dal Stanford Institute for Human-Centered Artificial Intelligence. Il documento, pubblicato nel contesto di una crescente competizione tecnologica tra Pechino e Washington, rivela che il 69,7% di tutti i brevetti legati all’Intelligenza Artificiale registrati nel mondo proviene da istituzioni cinesi, comprese università, centri di ricerca e imprese.

Questo primato è ancor più sorprendente se si considera il livello di investimento privato: nel 2024 la Cina ha investito circa 9,3 miliardi di dollari nel settore dell’IA, una cifra quasi dodici volte inferiore rispetto agli oltre 109 miliardi di dollari investiti dagli Stati Uniti. Tuttavia, nonostante questo apparente svantaggio finanziario, il modello cinese — fortemente orientato al coordinamento tra Stato, mondo accademico e industria — ha dimostrato una straordinaria capacità di tradurre la ricerca e l’innovazione in proprietà intellettuale.

Il report sottolinea che il numero totale di brevetti IA nel mondo è cresciuto in modo esponenziale: da appena 3.833 registrazioni nel 2010, si è passati a 122.511 nel 2023, con un aumento superiore al 3.000%. Solo nel 2023 si è registrato un incremento del 29,6%, a conferma di una tendenza in costante accelerazione.

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L’ecosistema cinese: un modello guidato dallo Stato e dalla ricerca accademica

Il modello di innovazione cinese si distingue per una forte regia pubblica, una mobilitazione capillare delle università e un’integrazione industriale senza precedenti. A differenza degli Stati Uniti, dove il settore privato guida lo sviluppo dei principali modelli di IA, in Cina l’ecosistema si fonda prevalentemente sul sistema accademico e su programmi di ricerca finanziati dallo Stato.

Nel 2023, ben l’84,5% delle pubblicazioni scientifiche in IA provenienti dalla Cina è stato prodotto da istituzioni accademiche, un dato ben al di sopra della media globale. Il Paese asiatico ha prodotto il 23,2% delle pubblicazioni scientifiche mondiali e ottenuto il 22,6% delle citazioni totali, consolidando così la propria posizione di leader scientifico. Pur sviluppando un numero inferiore di modelli IA avanzati rispetto agli Stati Uniti (15 modelli cinesi contro i 40 statunitensi nel 2024), la Cina sta gettando le basi teoriche e tecniche per un dominio di lungo termine nel settore.

Sul fronte industriale, la strategia di Pechino appare altrettanto aggressiva: nel solo 2023 sono stati installati oltre 276.000 robot industriali, sei volte più del Giappone e 7,3 volte più degli Stati Uniti. Il risultato è che la Cina controlla oggi il 51,1% del mercato globale di robotica industriale, partendo da una quota del 20,8% nel 2013.

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Stati Uniti ancora leader nello sviluppo dei modelli, ma la Cina si avvicina

Nonostante il dominio cinese in brevetti IA, pubblicazioni scientifiche e robotica industriale, gli Stati Uniti continuano a primeggiare nello sviluppo dei modelli avanzati di Intelligenza Artificiale. Nel 2024, le istituzioni americane hanno creato 40 modelli IA “notabili”, superando largamente Cina (15) ed Europa (3). Inoltre, ben 33,9 miliardi di dollari degli investimenti privati sono stati destinati specificamente all’IA generativa.

Modelli come GPT-4 e Gemini hanno fissato standard globali ancora lontani dall’essere raggiunti dalle controparti cinesi. Tuttavia, secondo l’AI Index Report, il divario in termini di performance si sta rapidamente riducendo. Nei principali benchmark — come MMLU, HumanEval e MATH — la differenza tra modelli cinesi e americani è scesa da margini a doppia cifra nel 2023 a valori quasi trascurabili nel 2024.

Il governo cinese ha inoltre annunciato nel 2024 la creazione di un fondo pubblico da 47,5 miliardi di dollari destinato allo sviluppo di semiconduttori, una componente strategica per l’intero settore dell’Intelligenza Artificiale. Questo sforzo finanziario e infrastrutturale dimostra come la leadership tecnologica cinese sia frutto di una pianificazione a lungo termine, che integra scienza, industria e politica pubblica.

Il dato secondo cui la Cina detiene il 69,7% delle patenti di IA a livello globale non rappresenta solo un record numerico, ma segnala un profondo riassetto degli equilibri globali nell’innovazione tecnologica. Mentre gli Stati Uniti si confermano leader nello sviluppo dei modelli più sofisticati e nell’investimento privato, la Cina ha costruito un ecosistema robusto e articolato, capace di competere su più fronti. Il confronto tra questi due modelli — uno guidato dal mercato, l’altro dallo Stato — sarà decisivo per definire la geografia dell’innovazione nei prossimi decenni.