Da un’indagine effettuata da Einaudi-Intesa San Paolo del 2015 è emerso che il 68% dei giovani è convinto che risparmiare sia indispensabile per il proprio futuro.
Iniziare a vivere senza sperperare il proprio denaro è una mossa vincente per riuscire a rimpinguare il proprio conto in banca, ma per garantirsi un futuro economico più roseo occorre compiere scelte finanziare più mirate.
Nell’articolo 38 della Costituzione si scrive che “… I lavoratori hanno diritto che siano preveduti ed assicurati mezzi adeguati alle loro esigenze di vita in caso di infortunio, malattia, invalidità e vecchiaia, disoccupazione involontaria…”, ma i trentenni di oggi, sempre più pronti al cambiamento e soprattutto e costretti a una situazione occupazionale precaria, sono consapevoli di dover trovare soluzioni alternative alla pensione erogata dallo Stato.
Chi di loro sceglierà di investire in piani di accumulo del capitale (PAC), si accorgerà di aver compiuto una buona scelta nell’ambito della gestione del risparmio. I PAC infatti consentono di effettuare versamenti periodici anche di piccola entità, godono di una certa flessibilità riguardo a durata e frequenza e, consentono di non preoccuparsi delle oscillazioni del mercato. La durata di un Pac può variare da un minimo di uno a un massimo di quarant’anni e la frequenza dei versamenti può essere mensile, ma anche più ridotta – ogni 2, 3, 4, 6 mesi, fino a un unico versamento annuale in coincidenza con la tredicesima.
È inoltre possibile investire in uno o più fondi diversificandoli i propri investimenti. Con un orizzonte temporale di soli cinque anni, è preferibile un Pac su di un fondo obbligazionario, o, al massimo, su un fondo bilanciato obbligazionario. Con un orizzonte di una decina di anni conviene orientarsi verso un fondo bilanciato e con venti anni a disposizione un fondo azionario puro, meglio se internazionale.
Ma i trentenni possono usare i PAC anche per un altro obiettivo: garantire la possibilità di studiare ai propri figli. Questa è l’età in cui ci si sposa e in cui l’idea di far famiglia diventa un progetto sempre più realizzabile. E i figli, si sa, oltre a portare con sé tanta felicità e amore, implicano costi e spese.
L’Università occupa certamente una fetta di costi molto ampia, a partire dall’iscrizione, fino ai libri, per non parlare dei corsi di specializzazione. Per riuscire a far fronte a tutte queste spese si può pensare di sottoscrivere uno o più piani di accumulo di 10 o 15 anni ben diversificato.
Piccole quantità versate nel lungo periodo possono portare dunque a grandi risparmi e garantire così una forma “pensionistica” integrativa a quella statale e una maggior sicurezza patrimoniale futura per la propria famiglia.
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