Quanto ha inciso il Covid-19 sul mercato attuale dell’e-commerce

In quale misura il covid-19 ha avuto effetto sul settore dell’e-commerce? Molto probabilmente negli anni a venire guarderemo al 2020 da poco concluso, come al periodo in cui sono cambiate molte cose nella vita di ognuno. Non ci sono in precedenti storici...




Quanto ha inciso il Covid-19 sul mercato attuale dell'e-commerce

In quale misura il covid-19 ha avuto effetto sul settore dell’e-commerce? Molto probabilmente negli anni a venire guarderemo al 2020 da poco concluso, come al periodo in cui sono cambiate molte cose nella vita di ognuno. Non ci sono in precedenti storici così notevoli ed evidenti, per il settore del digitale e dell’e-commerce. La pandemia e il divieto di spostamenti ha provocato un boom su diversi livelli dell’economia digitale, in gran parte del mondo, Italia compresa.

A causa del rallentamento dell’attività economica, il COVID-19 ha portato a un’impennata dell’e-commerce e ha accelerato la trasformazione digitale. Il cambio di rotta è avvenuto molto probabilmente durante i numerosi lockdown, aspetto che ha favorito per le aziende e i consumatori il passaggio ai servizi online. Il commercio online si distingue in due macro-aree: quella dei servizi che sono immateriali e quelli che appartengono alla vendita di prodotti sugli e-commerce. La pandemia secondo i dati ancora in fase di elaborazione, ha fatto crescere del 5% il settore dell’e-commerce a livello generale.

Il punto di vista del presidente dell’Assemblea generale delle Nazioni unite

Un cambiamento radicale, il quale riflette le potenti trasformazioni del settore globale registrate nel 2020. Durante un evento per pubblicare il rapporto, il presidente dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, Volkan Bozkir, ha affermato che è probabile che la tendenza verso l’e-commerce continuerà anche durante la ripresa da COVID-19.

“Dobbiamo riconoscere le sfide e adottare misure per sostenere i governi e i cittadini mentre continuano ad abbracciare nuovi modi di lavorare”, ha affermato. Il segretario generale ad interim dell’UNCTAD Isabelle Durant ha dichiarato: “Le imprese e i consumatori che sono stati in grado di “passare al digitale” hanno contribuito a mitigare la recessione economica causata dalla pandemia”. Un aspetto su cui bisogna riflettere, per le abitudini e i consumi degli italiani, visto che nel nostro Paese è stato accelerato il processo di transizione digitale, il quale avrà un impatto duraturo sulla nostra società e nella vita quotidiana dei più. Da qui nasce il bisogno di mettersi in gioco e di diventare attori attivi e protagonisti di un sistema di produzione alternativo, che in Italia ha ancora grandi margini di crescita.

Un altro modello di e-commerce è possibile

Non si tratta della filiera standardizzata della grande distribuzione, ma soprattutto della riscoperta dei mestieri, partendo dal valore assoluto dell’artigianato e del Made in Italy di qualità. Partendo dal fatto che i risultati mostrano una forte diffusione per l’e-commerce a livello globale e locale, lo shopping online oggi è un punto fermo per i Paesi della Comunità europea, con dati sempre più elevati e in crescita rispetto al passato recente e non.

Bisogna lavorare sulla fiducia del consumatore e sul concetto stesso di consumer education. La consumer education è la formazione dei clienti sul corretto e completo uso del proprio prodotto o servizio. Molto spesso di tratta di un processo un po’ sottovalutato. Il prodotto che l’azienda o il produttore mette sul mercato potrebbe anche essere il migliore, ma devono essere i clienti a valutarlo e a sfruttarlo al meglio, comprendendone il suo reale valore. Presentare e descrivere al meglio il nostro prodotto diventa quindi la sfida del presente, in termini di shopping online, dove spesso il potenziale cliente atterra e deve essere colpito dalla qualità delle immagini, da una descrizione concisa ed efficace, per stimolare all’acquisto e per promuovere il prodotto e il negozio digitale dove lo ha acquistato. Chiaramente qui entra in gioco il concetto di consumer education, dato che il nostro cliente potrebbe sentirsi disorientato o poco convinto dell’acquisto. Puntare su un’idea alternativa e sostenibile di e-commerce potrebbe essere una soluzione per rendere il marketplace dello shopping online più variegato e ricco di offerte, lontane dalle logiche di realtà omologate come quelle di Amazon o di e-Bay.



Scritto da: · Data aggiornamento: 24 Giugno 2021

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