Il settore dei prestiti personali sta vivendo un momento di forte rilancio. La chiusura del credito applicata dalle banche in questi ultimi anni si sta, lentamente, attenuando e l’erogazione di finanziamenti si sta riavviando verso la normalità.
Tanto per fare un esempio i prestiti per l’acquisto di un’auto usata sono aumentati, nel solo mese di gennaio, di oltre venti punti percentuali. Un dato molto interessante perchè testimonia l’apertura degli istituti di credito che stanno pian piano tornando ad erogare finanziamenti con una certa regolarità.
Ovviamente siamo ancora ben lontani dai picchi del 2005-2006 quando prestiti e mutui venivano erogati anche con eccessiva semplicità. Ora, però, il mondo dei finanziamenti deve affrontare una prova importante, ossia i nuovi contratti di lavoro a tutela crescenti introdotti dal jobs act.
Secondo www.mastercredito.com molti istituti di credito si starebbero già adeguando alle nuove normative introdotte dal governo sui contratti di lavoro. Unicredit, ad esempio, ha già annunciato che permetterà, a questi nuovi lavoratori, di accedere al credito, ossia a prestiti e mutui, equiparandoli ai normali contratti a tempo indeterminato secondo i criteri normalmente in uso.
Ma c’è anche un altra sfida che aspetta di essere affrontata: quella relativa al microcredito. Oggi più che mai, infatti, bisogna porsi il problema delle tantissime persone che hanno la necessità di ottenere dei piccoli finanziamenti. Persone spesso considerate “non bancabili” in quanto prive di reddito o con problematiche relative a protesti e segnalazioni in crif.
A questo proposito si è tenuto, proprio in questi ultimi giorni, un convegno organizzato dallo Studio Tributario GPP. In particolare si è discusso del credito alle piccole aziende i cui titolari fossero soggetti anche non bancabili.
A questo proposito il Presidente dell’Ente Microcredito Mario Baccini, ha spiegato i punti chiave del progetto esponendo in modo chiaro le modalità per accedere all’importo finanziabile. Questo è stato fissato, per direttiva, a 25 mila euro (ma è prevista un’estensione fino a 35 mila euro se l’imprenditore rispetta il piano di rimborso del finanziamento) e la restituzione può avvenire fino ad un massimo di 10 anni (120 rate mensili). Per l’erogazione non è prevista alcuna garanzia reale anche nel caso, che citavamo prima, che l’imprenditore non sia bancabile.
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