Scandalo doping alle Olimpiadi
Inchiesta choc: dati sconcertanti sulla diffusione del doping. Secondo una tv tedesca dal 2001 al 2012 sarebbero 146 le medaglie olimpiche e mondiali "sporche". Ma anche nello sport amatoriale, è incubo.
Pochissimi controlli mentre il doping dilaga ovunque. La televisione tedesca ARD, in collaborazione con il Sunday Times, ha svelato dati sconcertanti sulla diffusione del doping dopo che è riuscita ad entrare in possesso di diversi documenti della IAAF (Federazione internazionale d’atletica). La documentazione si riferisce a 12mila test effettuati su 5mila atleti. Quello che emerge è che almeno 800 atleti, uno su sette testati, presentano valori che secondo gli esperti sono “incredibilmente anormali, facendo pensare con una discreta sicurezza che abbiano assunto doping”.
Considerando unicamente le medaglie olimpiche o mondiali tra il 2001 e il 2012, sono ben 146 (delle quali almeno 55 d’oro) le medaglie “sospette”, vinte cioè da atleti con valori sospetti. La IAAF ha voluto prendere posizione ma lo ha fatto in modo poco convincente limitandosi ad affermare che “tali documenti sono stati ottenuti illegalmente, senza il consenso della federazione” e che “si riserva di agire a vie legali”.
Ma anche lo sport amatoriale, in particolare quello del mondo delle due ruote per dilettanti non è immune da questo “malcostume”, dove si vede di tutto a causa dell’assunzione di sostanze anche più pericolose di quelle assunte dai professionisti. Il doping nel ciclismo non è soltanto la revoca dei sette Tour de France a Lance Armstrong. E neppure i quasi 70 casi di positività riscontrati dall’Uci (Union Cycliste Internationale) negli ultimi anni.
Il doping nel ciclismo dilaga nel mondo amatoriale. Le inchieste fra la gente comune, come quella della Procura di Torino nel 2011 la dice lunga sul vero volto del doping nel ciclismo, cioè di quello dell’impiegato di mezz’età pronto anche a rischiare la vita per andare più forte in gara alla domenica e vantarsi al bar con gli amici.
Sbaglia chi crede che il doping sia una pratica riservata ai campioni, commenta Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”. E’ un fatto di costume molto più diffusa di quel che si pensi. Dai dati si pensa che almeno il 15-20% dei ciclisti amatoriali faccia uso di sostanze proibite, un amatore su quattro, una stima agghiacciante ed è solo la punta dell’iceberg e nessuno sa cosa ci sia sotto.
In particolare nel ciclismo amatoriale continua a circolare di tutto, specie eccitanti e ormoni tra cui la famosa eritropoietina, spendendo cifre importanti per doparsi: circa 500€ per un ciclo di epo, fino a 3-4mila euro per coprire la stagione.