L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) ha comminato una sanzione amministrativa di 4 milioni di euro a Poste Italiane per aver adottato una pratica commerciale scorretta, lesiva dei diritti dei consumatori. Al centro della decisione dell’Antitrust vi è l’utilizzo delle app BancoPosta e PostePay su dispositivi con sistema operativo Android, il cui funzionamento sarebbe stato indebitamente subordinato all’autorizzazione all’accesso ai dati personali presenti negli smartphone degli utenti.
Secondo quanto accertato dall’AGCM, Poste Italiane avrebbe imposto ai clienti l’obbligo di concedere l’accesso ai dati del proprio dispositivo mobile Android per poter utilizzare le app BancoPosta e PostePay. In assenza di tale autorizzazione, l’accesso alle applicazioni veniva bloccato o fortemente limitato, rendendole di fatto inutilizzabili.
Questa condotta è stata considerata dall’Antitrust una forma di pressione indebita, in quanto costringeva l’utente a cedere dati personali non indispensabili per l’uso delle funzionalità bancarie, in violazione del principio di trasparenza e della libertà di scelta del consumatore.
Nella motivazione della sanzione, l’Autorità ha evidenziato come tale comportamento risulti contrario alla diligenza professionale richiesta a un operatore economico del settore finanziario, oltre che caratterizzato da aggressività nei confronti del consumatore.
Il vincolare l’utilizzo di servizi essenziali come quelli bancari all’accettazione di condizioni non strettamente necessarie, ha determinato, secondo l’AGCM, una violazione del Codice del Consumo. La pratica messa in atto da Poste Italiane ha così determinato una lesione del diritto alla protezione dei dati personali, costituendo una forma di pressione ingiustificata.
La decisione dell’Antitrust si inserisce in un contesto sempre più attento alla tutela dei dati personali e alla corretta gestione dei consensi digitali. Il diritto alla privacy e alla libera gestione dei propri dispositivi digitali rappresenta oggi un principio fondamentale, soprattutto quando si tratta di servizi pubblici o para-pubblici con milioni di utenti.
La protezione dei dati sensibili, infatti, non può essere subordinata all’accesso a servizi essenziali, né può essere condizionata da scelte commerciali aggressive o opache. L’AGCM ha pertanto sottolineato la necessità di garantire una user experience trasparente, nel rispetto delle norme a tutela del consumatore e della concorrenza.
Poste Italiane, destinataria della multa da 4 milioni di euro, potrà decidere se impugnare il provvedimento davanti al TAR del Lazio, oppure adeguare le proprie modalità di gestione del consenso al trattamento dati, rimuovendo ogni forma di blocco o condizionamento per l’uso delle app BancoPosta e PostePay.
Nel frattempo, l’AGCM ha ribadito che continuerà a monitorare l’adeguamento delle pratiche digitali da parte di operatori pubblici e privati, soprattutto quando coinvolgono una larga base di utenti e riguardano ambiti come servizi bancari online, app di pagamento e portafogli elettronici.
La sanzione dell’Antitrust contro Poste Italiane rappresenta un forte segnale a tutela della privacy digitale e della libertà di scelta del consumatore nell’ambito dei servizi digitali bancari. Un richiamo importante per tutte le aziende che operano nel settore finanziario e tecnologico.
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