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Caldo da matti, diminuisce la produzione di energia elettrica solare

Sembra un paradosso, ma le temperature elevatissime di questa estate 2015 non hanno favorito la produzione di energia elettrica solare, che anzi è diminuita. E in calo anche la produzione idroelettrica. Lo evidenzia Avvenia (www.avvenia.com), leader nazionale nel settore della White Economy, che per invertire la rotta di questa tendenza suggerisce di puntare di più sull’efficientamento energetico.

I pannelli fotovoltaici soffrono della canicola. «Sembra un paradosso, ma questa estate caratterizzata da temperature eccezionali non favorisce la produzione di energia solare, che anzi diminuisce, poiché l’estremo calore ha un effetto perturbatore sull’efficienza delle celle solari e, nonostante la presenza costante di un sole rovente, i pannelli alla fine producono di meno» spiega l’ingegner Giovanni Campaniello, esperto in efficientamento energetico nonché fondatore e amministratore unico di Avvenia, società leader nel settore della White Economy e della sostenibilità ambientale.

L’efficienza energetica delle celle solari, infatti, dipende della temperatura: più questa aumenta, più l’efficacia si riduce a causa dell’agitazione termica all’interno del materiale. «Seppure in presenza di temperature molto elevate la corrente aumenti leggermente, la tensione diminuisce. L’energia e la potenza che ne risultano sono dunque ridotte» puntualizza l’ingegner Giovanni Campaniello.

Questa estate sono stati raggiunti in molte località picchi di 40°C e oltre, senza contare l’alto tasso di umidità che ha reso il clima insopportabile, con temperature di 8 gradi al di sopra della norma stagionale, che secondo le stime di Avvenia hanno portato a una riduzione del 10% nella produzione di elettricità solare.

Al problema del surriscaldamento interno dei pannelli fotovoltaici si aggiunge poi l’effetto della foschia nell’atmosfera: se i primi giorni di eccessivo caldo rendono l’aria più secca, i seguenti provocano una forte evaporazione d’acqua e si forma così una foschia che riduce il livello di soleggiamento. L’ideale per la produzione di questo tipo di energia rinnovabile è invece il soleggiamento senza troppo calore, come avviene in autunno o in primavera.

Le ondate di calore eccessivo, osserva inoltre Avvenia, frenano anche la produzione di elettricità di origine nucleare. I sistemi di raffreddamento delle centrali atomiche utilizzano infatti l’acqua e se le temperature dell’acqua presente nelle risorse naturali sono troppo elevate, le centrali si vedono costrette a ridurre la produzione rispetto al pieno regime. E che dire della produzione idroelettrica che già ad aprile scorso evidenziavano un calo del 31,2% rispetto all’anno precedente?

Per invertire la rotta di questa tendenza l’ingegner Giovanni Campaniello suggerisce di puntare di più sull’efficientamento energetico. Molto spesso le rinnovabili e le relative strategie sono viste come integrate nell’efficienza energetica, mentre in realtà il fatto di ricorrere a una fonte di approvvigionamento “rinnovabile” non garantisce che l’energia venga meglio impiegata o gestita. A volte l’investimento stesso in rinnovabili distrae dal vero obiettivo che è quello di razionalizzare i consumi -eliminando gli sprechi e le inefficienze- e non consumare allo stesso modo qualcosa di diversamente prodotto.

Ma, contrariamente ai progetti di efficientamento energetico, le fonti rinnovabili sono visibili a tutti: dei campi fotovoltaici o delle pale eoliche tutti possono avere una percezione immediata. «Quello dell’efficienza energetica è invece un concetto più evanescente, invisibile ai non addetti ai lavori» commentano gli esperti di Avvenia, che anche per il settore delle rinnovabili si augurano possano essere implementati adeguati progetti di efficientamento energetico.

Avvenia (raggiungibile al sito www.avvenia.com), creata nel 2001 con l’intento di fornire una risposta significativa per affrontare e risolvere in modo consapevole e sostenibile le problematiche legate all’efficienza energetica, in concreto aiuta le aziende e gli enti pubblici a conoscere meglio i propri processi produttivi, implementando i meccanismi di innovazione tecnologica più adeguati per aumentare l’efficienza e la produttività di ogni specifico settore.

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