Reporters sans frontières: nel 2014 uccisi 66 giornalisti. Diffuso il rapporto di Reporter senza frontiere sugli abusi subiti dai giornalisti nel mondo. Il paese più pericoloso per i giornalisti è stato la Siria. Riceviamo e pubblichiamo.
Reporters sans frontières (RSF) conosciuta anche con il nome di Reporters Without Borders o Reporter senza frontiere in italiano, ha diffuso il rapporto delle violenze sugli operatori dell’informazione. Nel suo bilancio annuale l’ong riporta che nel 2014, 66 giornalisti sono stati uccisi mentre svolgevano il loro lavoro. Giovanni D’Agata presidente dello “Sportello dei Diritti” osserva che il rapporto precisa che alla cifra delle vittime vanno aggiunti 11 collaboratori non giornalisti dei media e 19 ‘citizen journalists‘. Il Paese in cui sono avvenute più uccisioni è la Siria, con 15 morti, seguita da territori palestinesi (7), Ucraina (6), Iraq e Libia (4 ciascuno).
– Nel 2014 sono stati uccisi 66 giornalisti in tutto il mondo, meno dell’anno precedente. Il paese più pericoloso per i giornalisti è stata la Siria dove sono morti 15 reporter, durante il conflitto nella Striscia di Gaza sono morti 7 giornalisti.
– I luoghi più pericolosi per esercitare la professione sono stati Siria, Palestina, Ucraina, Iraq, Libia.
– Negli ultimi dieci anni i giornalisti uccisi mentre esercitavano la loro professione sono stati 720.
– I giornalisti rapiti quest’anno sono 119, il 35 per cento in più del 2013. Quaranta giornalisti sono attualmente nelle mani di rapitori.
– I giornalisti in prigione sono 178, quelli costretti a lasciare il loro paese per le minacce ricevute sono 139, quelli che sono stati arrestati 853. I giornalisti che hanno ricevuto minacce sono 1.846.
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