Continua la strage di elefanti nello Zimbabwe: nel Hwange National Park sono stati trucidati alcuni esemplari di elefanti, trovati appunto privi di vita e brutalmente mutilati dai bracconieri avidi delle loro preziose zanne d’avorio. La portavoce del Parco, Caroline Washaya-Moyo, ha affermato di essere quasi certa che sia opera dei bracconieri e questo spiegherebbe infatti perchè molti degli esemplari sono stati decapitati una volta deceduti. Purtroppo, l’avorio alimenta un mercato troppo ghiotto e ricco: insieme a quello dei corni di rinoceronti, pellami e legnami pregiati, le zanne di elefante rientrano fra quelle merci rare e preziose che alimentano, secondo il Wwf, un giro d’affari di 23 miliardi di dollari l’anno, il quarto dopo quello della droga, delle armi e degli esseri umani, un business che vale più degli stupefacenti. Così in cinque anni gli elefanti rischiano di scomparire, denuncia Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”. Nel 2013 ben 300 elefanti sono morti nel Hwange National Park nella stessa modalità. Molti predatori hanno avuto la stessa sorte dopo essersi nutriti delle carcasse degli animali avvelenati.
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